mercoledì 27 giugno 2012

Si controllano i cittadini, e gli amministratori? ...

Si controllano i cittadini ... ma chi controlla gli Amministratori?

QUESTA LA SINTESI ... dopo le le notizie che giungono in questi giorni (prendiamo ad esempio Capua e S. Maria C.V.) con la NUOVA e MASSICCIA attenzione a controllare i cittadini su COME FANNO la Raccolta Differenziata.

Bene, ci stà tutto questo controllo, MA MI CHIEDO: chi controlla gli Amministratori?

SU COSA? ... su dove gli Ammistratori mandano le diverse frazioni separate dalla Raccolta Differenziata ... E QUALI UTILI ricavano dalla separazione !!

UMIDO:
INNANZITUTTO NON VORREMMO PIU' SENTIRE IL SOLITO ALIBI DELLA MANCANZA DI IMPIANTI DI COMPOSTAGGIO REGIONALI ... si potrebbero avviare progetti per COMPOSTIERE CONDOMINIALI ... se non ora quando??)


MATERIALI:
CON QUALI AZIENDE per il RICICLO DEI MATERIALI i COmuni hanno accordi in essere? QUANTO DEPOSITANO? QUANTO RICAVANO?

ANDREBBE INFINE CHIARITO quando verrà avviata L'ISOLA ECOLOGICA sui territori comunali (A CAPUA C'ERANO ANCHE I FINANZIAMENI ... O SBAGLIO?) ... e QUANTO i cittadini potranno RISPARMIARE dalla loro TARSU ... 
IN ATTESA DELLA RISPOSTA del Genio Civile ... SI POTREBBERO pubblicare tabelle, sconti e sgravi che avranno i cittadini, o no ?

Questi i controlli (che non esistono) ... Questi invece i controlli (che esistono) sui cittadini !!!

PER LA CRONACA: Lunedì scorso ho dovuto riesportare fuori regione (a Roma) anche il mio umido di casa. Da diverse settimana non veniva ritirato e nel garage proprio non poteva più stare!!
INSOMMA ... chi controlla i controllori?


ECCO LE NOTIZIE SULLE "GUARDIE ECOLOGICHE" E SULLE MULTE ... anche queste aiuteranno le casse dei Comuni "dissentanti" (trad. che vanno verso il dissesto)?

 S.MARIA C.V. 27 GIUGNO 2012
Al via l’iniziativa di “rinforzo e monitoraggio” della raccolta differenziata sul territorio comunale di Santa Maria Capua Vetere.
L’esecutivo di Palazzo Lucarelli, guidato dal sindaco Biagio Di Muro, e la ditta Dhi (Di Nardi Holding) stanno avviando una campagna di comunicazione per incrementare e controllare la corretta separazione dei rifiuti domestici, così da aumentare le percentuali di raccolta.
Il progetto sarà illustrato, nel corso di una presentazione pubblica (alla quale è invitata a partecipare la stampa), mercoledì 27 giugno, alle ore 11, nel Salone degli Specchi.
L’iniziativa prevede due azioni. In primo luogo, sarà consegnato a ogni famiglia un “dizionarietto” con informazioni precise su dove conferire i diversi tipi di rifiuti, elencati in ordine alfabetico. Al contempo, sarà avviato il controllo della qualità della raccolta differenziata, attraverso indagini a campione sui sacchetti depositati.
I controlli partiranno domenica 24 giugno in alcune zone della città, per poi estendersi all’intero territorio comunale.
A occuparsi del contatto con i cittadini saranno gli “eco-volontari”, ovvero dei “facilitatori ambientali” che busseranno alla porta di ogni famiglia per consegnare i materiali informativi e aiutare a effettuare una buona separazione dei rifiuti.
Gli stessi facilitatori controlleranno che la raccolta differenziata sia effettuata nel modo corretto e nel rispetto dei giorni e degli orari di deposito delle buste. Qualora dal controllo emergessero errori, gli operatori della Dhi saranno obbligati a non ritirare i sacchetti, sui quali dovranno apporre un adesivo con le motivazioni del mancato ritiro.
“L’obiettivo di portare Santa Maria Capua Vetere nel novero dei Comuni virtuosi per la raccolta differenziata – afferma l’assessore all’Ambiente Donato Di Rienzo – è ambizioso ma non impossibile. Partiamo dagli ottimi risultati degli ultimi mesi e stiamo lavorando concretamente per sensibilizzare la cittadinanza a mettere in atto corrette pratiche ambientali, sulla scia delle linee guida indicate dalla rete dei Comuni a Rifiuti Zero, alla quale anche la nostra città aderisce”.

CAPUA 19 GIUGNO 2012
Multe in arrivo per chi deposita la spazzatura fuori dall'orario e denuncia penale per chi abbandona i rifiuti. Lo prevede la legge che, fino ad oggi, almeno a Capua, non ha trovato applicazione ma, a breve, la musica – così come sostiene il consigliere comunale Marco Ricci – cambierà. Sono in arrivo le guardie ambientali, con tanto di riconoscimento del Prefetto di Caserta, che dovranno dare la "caccia" ai trasgressori e fare, soprattutto in una prima fase, opera di sensibilizzazione. Trenta "vigili verdi" che dovranno educare coloro che, ancora oggi, specialmente nelle aree del centro storico, depositano i rifiuti in maniera indiscriminata e senza rispettare il calendario della raccolta differenziata. Ancora oggi c'è chi deposita i rifiuti nella giornata di domenica, contribuendo a dare una brutta immagine della città proprio in una giornata in cui molto spesso fanno capolino visitatori e turisti attratti dalle varie manifestazioni o per visitare il Museo Campano. "Finalmente la città – prosegue Marco Ricci - ha di nuovo ripreso il suo aspetto decoroso dal punto di vista igienico-sanitario. E' ripresa a pieno ritmo anche la raccolta differenziata e la prossima settimana verrà comunicato il numero verde per gli ingombranti. Verranno, inoltre, reintegrate con opportuni contenitori tutte le zone dove gli stessi sono stati oggetto di furto, di incendio o di distruzione ad opera di vandali. Invito i cittadini a rispettare rigorosamente il calendario e non depositare i rifiuti nella mattinata della raccolta. Poche regole per avere una città pulita e decorosa". Ricci, nei giorni scorsi, ha, inoltre, chiesto un maggiore impegno anche ai vigili urbani per effettuare i controlli sul territorio che verranno completati con l'entrata in servizio delle guardie ambientali. Infine, il delegato all'ambiente, non manca di dare una "stoccata" al Genio Civile di Caserta che non ha ancora dato il via libera al progetto dell'isola ecologica la cui realizzazione è prevista ai margini di piazza d'Armi. "E' inaudito che per ottenere una firma – conclude Ricci – stiamo attendendo da oltre tre mesi, mentre la ditta incaricata della realizzazione del progetto ci ha assicurato che in poco più di trenta giorni costruirà il centro di raccolta". Su quest'ultimo progetto l'amministrazione punta moltissimo anche perché potrà, finalmente, attuare una sorta di compensazione a favore dei cittadini che pagano una Tarsu piuttosto elevata nonostante il regime di raccolta differenziata. Gli amministratori dovranno, quindi, dare gli opportuni incentivi, e perché no riconoscimenti, con l'abbattimento della tassa ai cittadini che, seguendo le regole del buon vivere civile, non senza qualche sacrificio, differenziano i rifiuti tra le loro mura di casa.

giovedì 7 giugno 2012

Facciamo il PUNTO ZERO ...

Riceviamo da Rossano Ercolini, portavoce di Zero Waste Italy, una nota sull'attività di questo decennio e sui successi della rete RZ, e pubblichiamo.
E’ più di 15 anni che in Italia il movimento Non bruciamoci il Futuro sta macinando iniziative a tutti i livelli. Dal 2001 questo movimento prima NOINC si è trasformato in Movimento Rifiuti Zero dando vita, a partire dal 2004, alla “Rete Nazionale Rifiuti Zero”. Erano quelli gli anni del lancio virulento della “termovalorizzazione” che nelle intenzioni dei Governi nazionali avrebbe dovuto arrivare a trattare circa il 30% del totale dei rifiuti italiani. Si erano previsti almeno 50 nuovi impianti e molti di più erano in realtà “pianificati” dalle province e dalle regioni. Ad oggi possiamo dire che non solo la “trappola” della “termovalorizzazione” non è passata ma che ormai è stata in larga parte sconfitta.
Lo possiamo dire, ovviamente senza che questo debba significare sottovalutazione di ciò che resta di quell’imbroglio, in base a dati eclatanti: i 4 inceneritori di Cuffaro sconfitti in Sicilia, i 2 inceneritori esistenti della provincia di Lucca con il caso clamoroso dell’inceneritore di Pietrasanta di Veolia “beccato” mentre “taroccava” i dati (all’epoca la gestione era ancora di TEV) chiusi definitivamente, l’inceneritore di Messina “sprangato” perché privo di recupero energetico, l’inceneritore di Scarlino chiuso dal TAR e recentemente l’impianto Marcegaglia di Modugno sconfitto definitivamente, l’inceneritore chiuso di Reggio Emilia perché “inutile” alla luce dei risultati delle RD, la chiusura (anche se formalmente provvisoria) del Gassificatore di Malagrotta ma soprattutto il risultato delle elezioni di PARMA che sbarra la strada all’inceneritore ENIA dimostrano che gli inceneritori in Italia non sono riusciti a passare. Ormai gli impianti di incenerimento (riferiti agli RSU) si sono ridotti al di sotto del numero dei 50 e il loro numero è destinato a diminuire perché molti di essi dovrebbero essere sottoposti a revamping costosissimi (Vercelli, Pisa).
Naturalmente abbiamo subìto anche delle sconfitte la più cocente delle quali ad ACERRA dove il megampianto è riuscito a partire. Nel contempo alcuni raddoppi sono stati realizzati a Forlì, Ferrara, Modena ma anche in queste situazioni la situazione può essere ancora rovesciata dai movimenti locali. Infatti alcuni fattori hanno giocato a sfavore di questi impianti di “industria sporca“: non solo la loro percepita impopolarità ma anche il venir meno degli incentivi dei CIP6 e dei “certificati verdi” che hanno posto in difficoltà l’industria “assistita” del settore che trovandosi priva di fatto dei sussidi (anche se questi impianti “godono” ancora di incentivi per bruciare la parte biodegradabile dei RSU-incentivi comunque meno consistenti dei precedenti) arranca pur mantenendo alti livelli di scontro.
Anche l’effetto collaterale della crisi che riduce via via i consumi e quindi i rifiuti sta avendo risultati devastanti per chi per realizzare nuovi impianti prevedeva aumenti esponenziali degli scarti. Altro fattore macroscopico che ha sbarrato la strada all’incenerimento è stato il diffondersi delle buone pratiche di riduzione e di rd che ha assunto un ruolo ancor più detonante con il moltiplicarsi dei comuni “Rifiuti Zero” a partire dalla “visibilità” assunta dal comune capofila di questo percorso: CAPANNORI. La stessa crisi di Napoli non certo ancora risolta ma a cui ha corrisposto una energica “rivolta civile” ed amministrativa ha contribuito ad aprire nuovi spazi impensabili agli inizi degli anni 2000.
Certo, rimangono conflitti locali molto forti dall’esito ancora incerto come a FIRENZE, a TORINO, a MASSAFRA (TA) ad ALBANO (RM) ed in altre parti d’Italia (Trento, Genova ecc.) ma qui, come si suol dire ce la giochiamo anche alla luce dei nuovi “venti” che spirano dall’Europa. Infatti è questo un nuovo fattore che può fare la differenza per chiudere la partita con la “termovalorizzazione” e con il “partito trasversale” che ha fatto “carte false” per sostenerla.  
L’Europa, a ritmo incalzante e soprattutto per effetto della crisi sta premendo (vedi risoluzione dell’Europarlamento del 20 aprile e ancor più recenti documenti) per vietare entro il 2020 la combustione (e la messa in discarica) di tutto ciò che negli scarti é riciclabile e compostabile (questo di fatto è una sorta di messa al bando seppur graduale dell’incenerimento).
La svolta è maturata per motivi economici visto l’impennata dei prezzi di metalli, dei polimeri e dei materiali cartacei di cui pur in un quadro di prevedibili fluttuazioni appare destinata ad attestarsi sul medio e lungo periodo. L’Europa sta capendo che gli scarti costituiscono una sorta di “miniera urbana” a cui viene riconosciuta la potenzialità attraverso lo sviluppo di un’industria del riciclo, di volano per l’uscita dalla crisi e ragione di milioni di posti di lavoro. Non è un caso che lo stesso governo danese cominci a parlare un linguaggio autocritico per aver forse esagerato arrivando ad incenerire circa il 65% dei propri rifiuti.
A questa svolta che potrebbe essere decisiva hanno però lavorato anche le battaglie nazionali ed internazionali del movimento Zero Waste che ha trovato in Italia terreno fertile portando al momento (ma questi dati sono destinati a crescere) oltre due milioni di cittadini italiani ad essere operativamente coinvolti in questo percorso attraverso l’adesione formale di circa 80 comuni a questa strategia che come detto si è andata ad innestare ad una diffusa rete di buone pratiche (provincia di Treviso, Novara poi Salerno) radicate ormai fino in Sardegna, Puglia, Calabria e Sicilia.
Il movimento italiano Rifiuti Zero non è più quello che si costituì nel 2004 ad Acerra. Non è fatto solo da Comitati ed associazioni. Esso è portato avanti in prima persona da Comuni e da Associazioni nazionali come ANPAS che non a caso stanno strutturandosi nell’associazione nazionale delle comunità verso Rifiuti Zero. Questo non vuol dire affatto che sia esaurito il ruolo “pionieristico” della Rete Nazionale Rifiuti Zero dal quale almeno largamente deriva la crescita del ruolo dello Zero Waste in Italia e dei Comitati ed Associazioni locali dei cittadini il cui ruolo rimane importantissimo. Vuol dire che bisogna però prendere atto di una fase nuova enormemente più ricca in cui tante battaglie sono state vinte ed in cui parlare un linguaggio propositivo (senza per questo dismettere il sacrosanto esercizio del “conflitto”) diventa necessario per attrarre ulteriormente settori sociali, economici ed amministrativi.
Un ruolo determinante nell’aprire questa fase l’hanno esercitato il carattere internazionale di Rifiuti Zero che con il prof. PAUL CONNETT chiamato frequentemente in Italia dall’ass. Ambiente e Futuro ha portato quasi in tempo reale nelle situazioni locali più “sperdute” i messaggi globali derivanti da nuove acquisizioni e “brucianti” informazioni legate a “vittorie” e/o risultati raggiunti nelle più disparate parti del pianeta a cui le battaglie italiane (grazie anche al ruolo di GAIA-Global Alliance for Incinerators Alternatives e di ZWIA-Zero Waste Alliance) sono state spessissimo connesse (basti pensare all’incontro internazionale di ZWIA proprio a Napoli nel 2009).
La stessa pubblicazione del libroRifiuti Zero: una rivoluzione in corso” (Ed. Dissensi) sigilla e fotografa quanto fatto e quanto ancora da fare. Adesso, detto in termini sintetici, occorre puntare a coinvolgere la responsabilità estesa dei produttori. Occorre costringere le imprese a farsi sempre più carico della insostenibilità del monouso e di molti loro prodotti (vedi l’esempio eclatante delle capsule del caffè sollevato dal Centro di Ricerca Rifiuti Zero del comune di Capannori) perché se le RD più la riparazione/riuso possono portare in poco tempo a meno del 25% gli scarti residui da trattare (comunque senza nessun trattamento termico compreso i cementifici e “camuffate” centrali a biomasse) questi devono essere messi in carico a chi li ha prodotti iniziando una riprogettazione delle merci immesse sul mercato dei consumi.
E’ bello esser riusciti a spingere la palla fino qui… Altri goal ci attendono. La Zero Waste Italy insieme a tutti coloro che vogliono esser parte di questa “storia salita dalle comunità” lavora per questo.
ZERO WASTE ITALY - Rossano Ercolini

lunedì 4 giugno 2012

Apre il parcheggio? ...

Apre il parcheggio di Piazza Umberto? ...

Il titolo è chiaro ... 

E poi ... "A fine mese è attesa l'inaugurazione della nuova area adibita alla sosta
"Successivamente si procederà con la chiusura permanente del centro al transito delle auto"

Prima di tirare un sospiro di sollievo ... leggete la data del giornale DOMENICA 17 APRILE 2011 ...

Notizia elettorale ... INVECE DI PARLARE del Gassificatore MEGLIO buttare fumi negli occhi ...


sabato 2 giugno 2012

Spegnere per accendere ...

Spegnere centrali, accendere il futuro.

Fermare inceneritori, cemento, speculazioni. Fare largo al progresso della fantasia, del rispetto, dell'integrazione.

Interrompere le grandi, inutili, opere. Riconvertire buone idee, antichi saperi, nuove tecnologie.

Avere cura del territorio, e della gente che ci vive sopra, dentro.

Respirare sogni grandi come bambini, e farli atti quotidiani, scelte, valori.

Saper rischiare e dire no, se necessario. E dire sì, se necessario.


<< dal blog di Mario Boschini ... http://www.marcoboschini.it/ >>